27 gennaio 2018. Una data che a qualcuno potrà non dire nulla, ma che invece in tanti ricorderanno molto bene. Quel sabato d’inverno il Bari affrontava l’Empoli, e le due squadre erano divise da appena 4 punti. Una ghiotta occasione per i biancorossi di tornare nel gruppone di testa e tentare l’assalto alla Serie A, finì invece nel peggiore dei modi: 0-4 per i toscani, e galletti sprofondati a -7 dal terzo posto. Quella partita, così lontana nel tempo, era stata l’ultima occasione in cui il San Nicola veniva violato in incontri di campionato. 581 giorni tra la disfatta contro l’Empoli e la sconfitta contro la Viterbese rendono bene l’idea di quanto il ko subito domenica scorsa sia stato uno dei momenti più bassi della storia recente dei biancorossi. Una partita indigesta, che ha segnato inevitabilmente la marcia d’avvicinamento alla sfida esterna al Rieti (in programma domenica alle 15) e che ha acuito la diffidenza di parte della tifoseria nei confronti di mister Cornacchini. Al punto che sulle piazze virtuali si è addirittura scatenato il dibattito riguardo il futuro del tecnico di Fano.
In settimana il club manager Matteo Scala è intervenuto in sala stampa per commentare l’esito del calciomercato conclusosi il 2 settembre. Il dirigente genovese, nell’occasione, si è anche travestito da pompiere per gettare acqua sul fuoco delle polemiche che iniziavano a divampare. E bisogna dire che è riuscito molto bene nel suo intento, perché la “temperatura” dei commenti sui social si è notevolmente abbassata. Un invito alla calma e alla pazienza che ha colto nel segno, e che ha riportato i più nell’alveo della -momentanea- tranquillità. Ciò che è emerso chiaramente durante l’incontro di Scala con i giornalisti è che questa squadra ha ancora tantissimo su cui lavorare. Dal punto di vista mentale, prima di tutto, perché evidentemente qualcuno non si è ancora calato completamente nella realtà della Serie C. E poi, cosa altrettanto importante, sotto l’aspetto dell’equilibrio tattico.
Mister Cornacchini -che ha incassato piena fiducia da parte della proprietà- ha, fin qui, sperimentato non poco, variando uomini e moduli in occasione delle amichevoli estive e delle quattro (due in Coppa e due in campionato) partite ufficiali disputate in questo avvio di stagione. Contro Paganese, Avellino, Sicula Leonzio e Viterbese i galletti sono andati a segno 6 volte, subendo altrettante reti. C’è, evidentemente, qualcosa che ancora non funziona, soprattutto a livello di tenuta difensiva. Non un problema di uomini, probabilmente, quanto piuttosto un approccio mentale non ancora perfetto che ha portato a errori tattici e individuali. È pur vero che la squadra, rispetto alla passata stagione, è stata di fatto completamente rivoluzionata. Con gli arrivi dei centrocampisti Bianco e Awua nell’ultimo giorno di mercato è salito a 19 il numero di nuovi calciatori messi a disposizione dalla società. Un gruppo di giocatori di tutto rispetto, da molti definito (a giusta ragione, probabilmente) una corazzata, ma che, come è naturale che sia, ha bisogno di tempo per imparare a muoversi come un sol uomo. Non ne ha fatto mistero neanche Matteo Scala: il Bari è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. E quando l’avrà trovata, la strada sarà evidentemente in discesa.
La ricerca della quadratura del cerchio ha portato con se diversi esperimenti. Dal 4-4-2 al 4-2-3-1, passando per il 4-3-3 e per il 4-3-1-2: mister Cornacchini le ha provate e le sta provando davvero tutte, nel tentativo di mettere i suoi nelle migliori condizioni possibili. E quello che sembrava dovesse essere il modulo di riferimento, il 4-3-3, è stato fin qui il modulo più scarsamente utilizzato. Eppure, questa squadra sembrava disegnata proprio per questa disposizione tattica, avendo a disposizione ben cinque ali molto forti e con un’ottima attitudine al gol. Probabilmente, ciò che ha frenato fino a questo momento l’allenatore di Fano dall’utilizzare questo schieramento tattico è stata la penuria di centrocampisti: con l’infortunio di Folorunsho (che dovrà star fuori almeno un altro mese) e la messa ai margini di Feola e Bolzoni (poi ceduti), il centrocampo era il reparto in cui gli uomini sembravano davvero contati. Oggi, con gli innesti di Bianco e Awua, Cornacchini potrà contare su tante alternative e, magari, andrà a rispolverare il modulo che, soprattutto all’inizio della scorsa stagione, ha fatto le fortune dei biancorossi. Con un Antenucci in versione regista offensivo, che attira a se le attenzioni dei marcatori e contemporaneamente apre spazi, gente come Floriano, D’Ursi, Kupisz, Terrani e Neglia, agendo più vicini alla porta, potrebbero diventare letali. Sempre che il mister non decida di tenere un’altra punta accanto al numero 7 ex Spal. Se così fosse, vedremmo sempre più spesso in campo due attaccanti, e le ali trasformarsi in esterni di un centrocampo a quattro. O, in alternativa, il Bari potrebbe schierarsi con il trequartista, una strada peraltro già battuta. In questo senso, Terrani diventerebbe centrale nel progetto tattico del mister, anche se forse si andrebbero a penalizzare i tanti esterni a disposizione. Difficile, infatti, ritagliare un ruolo a Floriano, D’Ursi e allo stesso Kupisz in un modulo come il 4-3-1-2; più facile che vengano schierati in un ipotetico 4-2-3-1, modulo che, però, necessiterebbe di due centrocampisti bravi soprattutto nella fase di interdizione.
Insomma, l’allenatore dei galletti di alternative ne ha davvero tante, ciò che conta è trovare al più presto un’identità ben precisa. Che non vuol dire necessariamente schierarsi sempre nella stessa maniera, ma che quantomeno dovrebbe poter portare il Bari a cercare di imporre sempre il proprio gioco, trovando al contempo il giusto assetto difensivo e la compattezza che finora è un po’ mancata. Di tempo a disposizione ce n’è, anche se non bisogna mai dimenticare che in Serie C a vincere è una sola squadra. Motivo per cui non bisogna assolutamente far “scappare” nessuno.
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