Sabato sera, di ritorno dalla trasferta di Potenza, dove il Bari di mister Vivarini aveva appena battuto il Picerno, l’aria di festa è stata interrotta dal diktat del nuovo tecnico dei biancorossi: niente giornata libera, domenica si lavora. Una decisione che, ai più, potrà esser sembrata strana, ma che ha una semplicissima spiegazione: Vincenzo Vivarini non vuole – e non può – perdere tempo.
Arrivato nel capoluogo pugliese martedì pomeriggio e subito catapultato in campo in vista della partita del mercoledì contro il Monopoli, il tecnico di Ari ha fatto il possibile per impartire alla squadra i primi dettami del suo credo. I risultati, a dir la verità, si sono subito visti. Con un Bari che, contro una delle squadre più in forma del campionato (vittoria a Terni, vittoria casalinga contro il Catania e ancora una vittoria alla giornata successiva contro il Teramo), ha messo in mostra un buon calcio, fatto di fraseggi palla a terra, intensità e reparti corti. Almeno per i primi 25-30 minuti. Poi, il calo. Fisiologico, a fronte di una squadra che non aveva nessuna voglia di perdere e che, anzi, nel secondo tempo ha a più riprese messo in difficoltà i padroni di casa. Tanto che i fischi sono caduti copiosi all’1-1 finale.
Poco importa, testa bassa e pedalare. Perché sabato c’era da affrontare una trasferta insidiosa sul sintetico del “Viviani”, ancora una volta con poco, pochissimo tempo a disposizione per preparare la partita. A Potenza, contro il Picerno, sebbene non si siano registrati grossi passi in avanti dal punto di vista del gioco, la squadra ha saputo mantenere l’iniziativa più a lungo rispetto all’uscita contro il Monopoli. E, alla fine, è riuscita a portare a casa tre punti pesantissimi, gli applausi convinti dei 500 tifosi biancorossi presenti, e la consapevolezza che si possa ancora crescere. E tanto.
Da oggi, infatti, parte la marcia di avvicinamento alla sfida di domenica contro la Cavese. Da oggi, mister Vivarini potrà finalmente avere a disposizione un’intera settimana di lavoro in cui iniziare, seriamente, a mettere le mani su di una creatura che sembra ancora troppo fragile e non del tutto convinta dei propri mezzi. L’allenatore dei biancorossi, che nei primi due match alla guida dei pugliesi ha preferito non stravolgere il 3-5-2 ereditato da Cornacchini, ha tuttavia lasciato intendere che, probabilmente, la disposizione dovrà cambiare. In entrambe le interviste concesse alla stampa dal giorno del suo insediamento, mister Vivarini ha posto l’accento sugli esterni di qualità presenti in rosa, troppo sacrificati dal sistema di gioco attuale. Non è mai stato un fissato con i moduli il coach abruzzese, che anzi ha più volte specificato che l’abito indossato dalla squadra vada cucito a misura degli interpreti a disposizione. E allora, vien da pensare che in questa settimana il mister dei galletti inizi a provare qualcosa di diverso, che possa coinvolgere maggiormente gli esterni offensivi fin qui poco sfruttati. Anche perché, nel post partita di sabato sera, Vivarini si è mostrato contento per i tre punti ma non ancora soddisfatto: “Oltre a vincere bisogna giocare bene”.
Il bel gioco, quindi. Che si pone come assioma del teorema dell’allenatore del Bari. È dal gioco che scaturisce tutto il resto, e dunque questa squadra deve sbrigarsi a trovare al più presto una precisa identità. Le prossime due settimane saranno in tal senso fondamentali. Dodici giorni – intervallati dalla sfida alla Cavese in programma domenica – in cui mister Vivarini saprà farsi un’idea più chiara su quale sia la maniera migliore di disporre i suoi uomini in mezzo al campo. Anche perché, trascorso questo tempo, si aprirà per il Bari un vero e proprio ciclo terribile, in cui i biancorossi saranno opposti a Ternana (ancora al San Nicola), Avellino, Catanzaro (turno infrasettimanale tra le mura amiche) e Catania in rapida successione. Un quartetto di partite che, inevitabilmente, consentirà di emettere un preciso bollettino sullo stato di salute della squadra. Chiamata, un po’ per vocazione e un po’ per lo scoppiettante mercato estivo condotto, a rientrare – e in fretta – nella corsa alla vetta della classifica. Serviranno un pizzico di pazienza e tanto coraggio, occorreranno fiducia nei propri mezzi e voglia di battersi su ogni singolo pallone vagante. Questo Bari, dopo un inizio con il freno a mano tirato, deve cominciare a volare. I primi passi dell’era Vivarini sono stati più che confortanti, ora bisogna iniziare la lunga corsa verso l’agognata Serie B.
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