Tanti i papabili per il post-Cornacchini. Ecco l’identikit del nuovo mister del Bari

Sono ore frenetiche in casa Bari. I telefoni squillano all’impazzata, si rincorrono voci, nomi, cifre, idee. È un momento delicatissimo quello che si vive in questi minuti dalle parti di Strada Torrebella dopo l’esonero di Giovanni Cornacchini che, da ieri sera, non è più l’allenatore del Bari. E sbaglia di grosso chi credeva che quella di allontanare l’ormai ex mister della promozione dalla Serie D fosse una decisione già presa da tempo. Tutt’altro. A quanto raccolto dalla nostra redazione, infatti, la parola fine è stata messa dal presidente Luigi De Laurentiis in persona, evidentemente deluso e sfiduciato dalle ultime prestazioni della squadra. Il numero uno del club biancorosso, di concerto con il papà Aurelio, ha dunque deciso di chiudere la collaborazione con l’allenatore di Fano e di voltare pagina. Come spesso avviene in questi casi, si è trattato senza ombra di dubbio di una scelta difficile, sofferta. Perché se è vero che gli unici a pagare sono stati Cornacchini e il suo vice Marolda, è altrettanto indiscutibile che quando salta un allenatore la sconfitta è di tutti.

Eppure, paradossalmente, da questo momento delicato il Bari potrebbe uscirne rafforzato. Negli uomini e nelle idee. Parliamoci chiaro: quella di confermare l’allenatore marchigiano al termine della scorsa stagione è stata una decisione presa dalla proprietà e dal management biancorosso. Una decisione in buona fede, dettata dalla convinzione che si dovesse dare una possibilità all’uomo che aveva traghettato i pugliesi attraverso il mare infernale dei dilettanti. Giovanni Cornacchini, tuttavia, si è probabilmente trovato ad affrontare una situazione più grande di lui. Un salto di categoria che si è fatto sentire eccome, con una squadra che è stata completamente (e giustamente) rivoluzionata per affrontare un campionato di tutt’altro spessore. Partire con una precisa idea (quella di attuare il 4-3-3), salvo poi cambiare rotta alle prime difficoltà, non ha aiutato. E, senza dubbio, ha anche mandato in confusione i giocatori e generato malumori nello spogliatoio. Cornacchini non ha saputo affrontare i primi, evidenti problemi, trovandosi stretto tra la “condanna” a vincere e la necessità di farlo dando ai suoi una ben definita idea di gioco.

Ed è proprio da questo concetto che proprietà e staff dirigenziale intendono ripartire. In tanti, soprattutto nel variegato (e talvolta spietato) mondo dei social, hanno in queste prime giornate sollevato perplessità sul reale valore dei giocatori acquistati in estate. Una rosa che, sulla carta, sembra tuttora godere dello status di prima forza del girone. Anche perché, in tutta onestà, emettere un giudizio sui singoli dopo appena 5 giornate, in cui i cambi tattici sono stati all’ordine del giorno, sembrerebbe alquanto frettoloso e ingeneroso. Il Bari, è questa la profonda convinzione che anima il dibattito in società, per vincere questo campionato deve giocare a calcio. C’è la necessità, dunque, che il prossimo a sedere sulla panchina dei biancorossi sia un allenatore dal curriculum importante e che abbia nel proprio DNA la capacità di dare un’impronta ben precisa alle squadre che allena. Non solo. Serve un uomo forte, in grado di prendere decisioni in autonomia, che sappia relazionarsi con giocatori importanti come quelli che troverà a sua disposizione, e che li faccia calare in fretta nella realtà della Serie C. E, soprattutto, che abbia sin da subito le idee chiare sul sistema di gioco più adatto per le caratteristiche di chi andrà a interpretarlo.

È su questo preciso identikit che, in queste ore, si sta lavorando tra Bari e Napoli per arrivare il prima possibile a una decisione. Che, è bene ribadirlo, sta maturando proprio mentre scriviamo, al contrario di chi pensa che la società avesse il sostituto già pronto a sposare la causa. Da ieri sera le relazioni sui papabili portate all’attenzione della proprietà si sono moltiplicate. Il Bari non si sta concentrando su un solo nome, ma a quanto pare la rosa è, al momento, ancora abbastanza ampia. Non è un mistero che Marco Baroni  possa essere considerato in pole, sebbene abbia ancora un rapporto in essere con il Frosinone e farebbe probabilmente fatica a scendere in Serie C. Senza tralasciare l’impegno economico che richiederebbe l’ingaggio di un allenatore con il suo pedigree. Ma Baroni non è il solo ad essere attenzionato. In corsa ci sarebbero anche Stellone, Aglietti, Grassadonia, Pillon, e chissà se non potrebbe tornare in auge anche il nome di Davide Nicola. Castori? Il nome dell’allenatore ex Carpi, che con il club manager Matteo Scala ha già lavorato (motivo per cui in tanti l’hanno da subito considerato come il favorito), sembra invece essere molto lontano dal profilo che la società sta ricercando in questo momento. L’intenzione da parte della proprietà è chiara: si vuol regalare alla piazza un allenatore che coniughi il più possibile gioco e risultati.

Anche per questo le valutazioni occuperanno tutto il tempo necessario. Mai come in questo momento la fretta sarebbe cattiva consigliera, perché in questa fase ogni errore potrebbe determinare il fallimento di un’intera stagione. Ed ecco perché, con tutta probabilità, mercoledì sulla panchina del Bari potrebbe sedere Enrico Bortolas, fino a ieri Collaboratore Tecnico e Match Analyst “al servizio” di Giovanni Cornacchini, con Luca Cacioli in qualità di allenatore in seconda. L’obiettivo dello staff dirigenziale è quello di arrivare, magari già in serata, a ridurre il ventaglio delle opzioni a un massimo di due nomi, in modo da giungere quantomeno a una stretta di mano con il nuovo allenatore che, nel match contro il Monopoli, potrebbe assistere alla partita dalla tribuna.

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