Storia di un pomeriggio bello a metà: il “quasi” abbraccio della Nord alla squadra

Sarebbe potuto essere un pomeriggio diverso dal solito. Sarebbe potuto essere il primo vero, grande abbraccio della Curva Nord alla squadra che domenica esordirà in campionato a Lentini contro la Sicula Leonzio. Lo è stato, ma solo a metà. Oggi pomeriggio, mentre sul campo dell’antistadio il Bari di mister Cornacchini correva e sudava, oltre 200 supporters biancorossi, coordinati dalla tifoseria organizzata, si sono presentati ai cancelli con l’intento di salutare e caricare la squadra in vista dell’esordio stagionale. La loro volontà era molto semplice: entrare nel recinto dell’antistadio, occupare la tribunetta e gli spazi alle spalle del campo da gioco, sostenere e incoraggiare la squadra reduce dalla sconfitta di Avellino. Non solo: come già avvenuto in diverse altre occasioni, avrebbero voluto semplicemente parlare ai giocatori – soprattutto ai nuovi arrivati –  e allo staff, spiegando quanto conti l’orgoglio di appartenenza e sottolineando l’importanza di indossare la maglia biancorossa.

Nell’attesa di ricevere l’ok dalla società, i tifosi si sono posizionati lungo la cancellata laterale dove hanno esposto lo striscione “Bari eterna malattia” (già comparso nel corso di Bari-Paganese) e hanno iniziato a scaldare l’atmosfera con cori e battimani. Dopo circa 30 minuti, durante i quali anche noi giornalisti siamo dovuti restare fuori, alcuni degli esponenti del tifo organizzato hanno cercato di capire se, di lì a poco, sarebbero potuti entrare o se, al contrario, avrebbero dovuto rimanere all’esterno. La risposta, tuttavia, è stata negativa. “Mancano le autorizzazioni”, ci fanno sapere alcuni dei tifosi presenti. “C’è troppo poco spazio a disposizione per così tante persone”, apprendiamo dalla società, dispiaciuta di non aver potuto consentire il saluto dei tifosi. Tra l’altro, essendo la seduta di allenamento in corso, la dirigenza ha ritenuto, giustamente, non opportuno interrompere il lavoro dei calciatori e dello staff tecnico. Le oltre 200 persone presenti hanno, a questo punto, deciso di staccare lo striscione e andare via, scegliendo di non aspettare la fine dell’allenamento per parlare con la squadra come proposto loro dalla società.

Sia chiaro: questo articolo non vuol essere una “denuncia” né un modo per accendere polemiche. Tutt’altro. La Serie C – è quasi noioso ripeterlo – sarà per tutti un campionato durissimo. Per portare a casa la vittoria, ci sarà bisogno che società, staff tecnico, giocatori, stampa e tifosi remino come un sol uomo nella stessa direzione. Capiamo le ragioni che oggi hanno portato la società a lasciare i tifosi fuori dai cancelli. Ma, d’altra parte, va detto – perché ci siamo fermati a lungo a parlare con loro – che i tifosi accorsi oggi numerosi, con al seguito anche tantissimi bambini e ragazzi, avevano solo ed esclusivamente intenzioni più che positive. Visto e considerato il momento, l’abbraccio della tifoseria alla squadra avrebbe, senza dubbio, fatto bene a tutti. La sconfitta di Avellino, le critiche di parte della tifoseria a mister Cornacchini: si sarebbe potuto cancellare tutto con un colpo di spugna. Nel pieno della campagna abbonamenti, poi, un occhio di riguardo per quei tifosi che ogni domenica seguono la squadra ovunque, sarebbe stato un bel segnale per tutto l’ambiente.

Cara SSC Bari, non è una critica, ma un consiglio, perché i tifosi sono l’anima del calcio. E a Bari in particolar modo, città che non vede la Serie A dall’ormai lontano 2011, si sta rischiando di perdere intere generazioni di giovani e giovanissimi. Quel “senso di appartenenza” di cui parlavano oggi gli esponenti della tifoseria organizzata, è come una pianta delicata: va innaffiata con costanza, coccolata, bisogna quasi parlarci. E sono queste le occasioni in cui un “sì” è cento volte meglio di un “no”. Oggi vedere i tifosi andar via rammaricati per non aver potuto abbracciare chi porta in campo i propri colori è stato triste. Quei tifosi che oggi sono rimasti fuori sono gli stessi che hanno dato fiducia a scatola chiusa l’anno scorso in Serie D. Sono gli stessi che sabato notte saliranno su un pullman per raggiungere Lentini. Nel corso del campionato ci saranno tanti momenti belli, ma anche diversi momenti difficili: affrontarli insieme è l’unica maniera per uscirne vincitori.

 

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