Il Bari è in Serie C. La frase più bella, la frase più attesa, quella che tutti hanno aspettato di poter pronunciare per tutto il campionato. “È sembrato lunghissimo, eterno”, aveva detto Di Cesare, riprendendo il pensiero di tutti gli innamorati del bianco e del rosso. Oggi, a Troina, si è chiuso il cerchio. In una giornata quasi mistica, in cui il Bari ha dovuto scalare 1.121 metri per raggiungere il rettangolo verde. Quel rettangolo verde su cui, tra calci e spinte, i biancorossi hanno dato l’addio definitivo al dilettantismo. Qualcuno diceva che la Serie D sarebbe stata una passeggiata, che il Bari avrebbe dovuto chiudere da imbattuta, che con la squadra a disposizione Cornacchini avrebbe dovuto vincerle tutte dando spettacolo. Ma la verità è che vincere non è mai semplice, in nessun caso e in nessuna categoria. E il Bari ha vinto, forse senza mai strappare applausi, ma dominando dalla prima all’ultima giornata e portando a casa l’obiettivo.
La cronaca di Troina-Bari lascia davvero il tempo che trova, anche perché sul piano tecnico la partita ha avuto molto poco da dire. Il mister dei galletti ha scelto di rinunciare inizialmente a Floriano e Bolzoni, lanciando un atipico 4-4-2 con Simeri e Iadaresta titolari, in cui hanno trovato spazio ben sei under. E chissà che da parte del mister non sia stata una scelta di cuore, più che di tattica. Nel primo tempo succede poco o nulla, fino a quando Simeri non viene travolto da Polizzi in uscita. Calcio di rigore, dal dischetto si presenta lo stesso numero 9 che non lascia scampo al portiere avversario: 1-0, gol numero 12 per il bomber dei galletti e Bari virtualmente in paradiso dopo 34 minuti di gioco.
Nella ripresa il ritmo della partita stenta a cambiare. Il Bari resta sornione, e accoglie con gioia le notizie che giungono da Palmi dove la Turris va sotto. Con questo risultato, i biancorossi sarebbero promossi anche con una sconfitta. Ma di perdere il Bari proprio non vuole saperne, e in campo si continua a combattere. Al 66’ il Troina protesta per un probabile calcio di rigore non ravvisato dal direttore di gara, e al 75’ Saba, direttamente su calcio di punizione, colpisce la traversa della porta difesa da Marfella. I padroni di casa reclamano ancora un rigore per l’atterramento di Nannini ai danni di Lo Cascio, ma per l’arbitro non c’è nulla. E così la vetrina, in pieno recupero, se la prende tutta Marfella; prima respingendo un colpo di testa di Boscaglia sui piedi di Bonfini che colpisce il palo; e, sul corner che ne consegue, volando sotto la traversa per negare la gioia del gol a Saba, mettendo la sua firma sulla prima promozione dell’era De Laurentiis.
Troina-Bari va in archivio, e la festa può cominciare. Una festa voluta, cercata e trovata da una squadra che, dall’inizio alla fine del campionato, ha dimostrato di meritare ben altri palcoscenici. Oggi quel 16 luglio 2018, in cui tutto il mondo Bari sembrò crollare, sembra molto più lontano. Oggi il Bari abbandona la Serie D, riabbraccia il professionismo e compie il primo, importantissimo passo verso la risalita nel calcio che conta.
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