Sono le 11.30 circa di domenica 23 febbraio, quando sull’autostrada A16 (Canosa-Napoli), tra i caselli di Cerignola e Candela, le tifoserie di Bari (in viaggio verso Castellamare di Stabia per la sfida alla Cavese delle ore 15) e Lecce (giallorossi di scena all’Olimpico contro la Roma alle 18) vengono a contatto e si scontrano violentemente.
Secondo informazioni in nostro possesso, pare che un mezzo di tifosi leccesi, avendo individuato e quindi sorpassato un pullman di sostenitori biancorossi, abbia lanciato dei chiodi sulla carreggiata causando la foratura del mezzo che ospitava i tifosi baresi. Il bus, costretto a fermarsi, sembra sia stato immediatamente raggiunto da oltre una decina di mini van da 7 e 9 posti di tifosi giallorossi, i quali si sono fermati, hanno abbandonato le proprie vetture, e hanno deciso di affrontare i baresi. A quel punto altri pullman (almeno 3) con a bordo tifosi biancorossi, che erano qualche centinaio di metri più avanti rispetto al mezzo con il pneumatico esploso, si sono fermati, gli occupanti sono scesi e hanno subito raggiunto il luogo dove lo scontro era già in atto. Il parapiglia è stato inevitabile, con i tifosi leccesi che, vista anche l’inferiorità numerica, hanno avuto la peggio. Gli scontri sono andati avanti per circa 30 minuti in attesa che sopraggiungessero le forze dell’ordine, che al loro arrivo si sono ritrovate di fronte a un vero e proprio scenario di guerra: torce, fumogeni, vetri in frantumi, oltre a diversi mini van distrutti di cui uno dato alle fiamme. Tutti, pare, di proprietà dei tifosi salentini. Non sembra che si siano registrati feriti gravi, né sono stati coinvolti bambini come era trapelato in un primo momento. I tifosi baresi, in seguito, sono stati di fatto costretti a rientrare a Bari.
Mentre andavano in scena gli scontri, alle spalle, si formava una coda lunga diverse centinaia di metri, con macchine che trasportavano sia tifosi leccesi che baresi. Fortunatamente è prevalso il buonsenso, che ha fatto si che la situazione non degenerasse ulteriormente.
L’autostrada è rimasta chiusa per diverso tempo per i rilievi del caso tra Cerignola Ovest e Candela.
UN PAIO DI CONSIDERAZIONI A MARGINE
Prima di qualunque riflessione, è bene sottolineare la ferma intenzione di prendere le distanze da qualsiasi forma di violenza, indipendentemente da chi abbia organizzato quello che è parso come un vero e proprio agguato, e chi abbia invece risposto a una provocazione. La nostra ricostruzione non vuole in alcun modo cercare un colpevole, ma è tesa esclusivamente alla ricerca dei fatti. Anche perché, come spesso avviene in casi simili, si leggono racconti spesso contrastanti. Spetterà alle forze dell’ordine tentare di ricostruire l’esatta dinamica degli incidenti. Con ogni probabilità, verranno presi provvedimenti da parte delle autorità, e per entrambe le tifoserie potrebbero scattare divieti per le prossime gare in trasferta.
Altro argomento da affrontare è la decisione di anticipare alle 15 la partita tra Bari e Cavese, inizialmente prevista per le 17.30, pur nella consapevolezza che sulla stessa strada e negli stessi momenti, avrebbero circolato i componenti di due tifoserie storicamente rivali. Il Bari, la scorsa stagione, è stato inserito nel girone I di Serie D anche per evitare questo genere di incroci. Dunque risulta davvero complicato comprendere la ragione di una decisione che ha fatto si che baresi e leccesi si incontrassero.
Il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, oltre alle società di Bari e Lecce, guidate rispettivamente dai presidenti Luigi De Laurentiis e Saverio Sticchi Damiani, hanno espresso ferma condanna nei confronti di quanto accaduto. Dando particolare rilievo alla posizione dei tifosi del Bari, inizialmente ritenuti i principali responsabili stando alle primissime ricostruzioni.
Toccherà ora agli inquirenti fare piena luce su quanto avvenuto in una domenica di ordinaria follia, nella speranza di non doverci mai più ritrovare a commentare episodi del genere
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