“Sono un ambizioso di natura, e sono qui per vincere”. Non ha dubbi Raffaele Bianco, già al Bari nella stagione 2008-2009 che culminò con la vittoria del campionato e la conquista della Serie A: “Ricordo benissimo l’entusiasmo della festa promozione, ora è in corso una fase di ricostruzione. Oggi è giusto che città e società abbiano il proprio riscatto”. “Mettere insieme una squadra nuova – continua Bianco – richiede sempre un po’ di tempo. Dobbiamo adattarci al campionato di C, ci saranno tante partite sporche”.
Cornacchini gli ha dato subito fiducia, lanciandolo titolare a Rieti: “Non mi aspettavo di giocare, il mister mi ha solo chiesto di dare tutto quello che avevo e di dare ordine. Sono rimasto molto contento del gruppo, i ragazzi sono molto affiatati e si lavora molto bene”.
C’è tempo anche per un po’ di amarcord: “Ho bellissimi ricordi della stagione 2008-2009, anche se la stagione non partì benissimo. Bari è un posto che sento mio, a cui sono molto legato. In quella squadra ho fatto il terzino per necessità, ed è andata bene. Ma il mio ruolo è un altro”.
E a proposito del suo posizionamento in campo: “Sono un mediano, non sono un regista classico. Ho giocato sia a due che tre, posso fare anche la mezzala. Non sono un giocatore prettamente di corsa, ma posso fare tutti i ruoli del centrocampo a seconda di quello che chiede il mister”.
Bianco ha espresso anche le proprie opinioni a proposito della Reggina, prossimo avversario dei biancorossi: “Sono partiti forte, insieme a noi e altre 2-3 squadre sono tra le favorite. Sarà sicuramente una partita più aperta, non credo che la Reggina venga qui a fare le barricate. Bellomo lo ricordo in Primavera, spesso si allenava con noi. Un gran talento, che forse si è un po’ perso e ha fatto meno di quello che ci si aspettava”.
“Siamo alla terza giornata – incalza Bianco – e quando sono arrivato ho trovato troppi processi forse un po’ insensati. È chiaro che siamo in una delle piazze più importanti del sud, dove se le cose vanno bene lo stadio si riempie. Ma è il bello di essere giocatori: chiunque vorrebbe esibirsi davanti a tanta gente, e se qualcuno fatica a esprimersi forse dovrebbe cambiare mestiere. La pressione aiuta, una volta che il pubblico si incendia ti trascina. Il calcio è un gioco, divertimento, i risultati sono la conseguenza del lavoro settimanale”.
In chiusura una battuta sugli aspetti da migliorare e sul suo compagno di reparto, Awua: “Il modulo non fa la differenza, bisogna cercare il vestito giusto per la squadra e poi il singolo non è importante. Quando hai attaccanti così forti devi metterli nelle condizioni di tirare di più. A Rieti abbiamo creato poco, su quello bisogna migliorare. Awua è una forza della natura, fisicamente è fortissimo. Domenica è entrato in campo benissimo nonostante sia un ragazzino, penso possa essere una risorsa importante”.
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