Di Cesare: “Mi è sembrato un anno eterno. Ma abbiamo quasi vinto il campionato, ormai ci siamo”

All’indomani della vittoria contro il Portici, a prendere la parola in sala stampa è stato il capitano di giornata Valerio Di Cesare, autore del gol che ha sbloccato il match. Settima rete personale per il difensore centrale che sta vivendo, dal punto di vista realizzativo, una stagione da incorniciare. “È stata una vittoria fondamentale, che ci porta a un passo dall’obiettivo. Sono contento di aver raggiunto quota sette gol, anche se potevo farne di più. Un paio me li son mangiati, uno a Portici, l’altro a Messina (contro il Città di Messina), ho preso due pali contro Acireale e Marsala. Potevo farne dieci ma non è quello l’importante. Ho vissuto annate come a Brescia dove ho fatto sette gol, qui a Bari invece ne avevo fatto solo uno in un anno e mezzo, dipende dalle annate. Il gol più bello? Quello del 2-1 contro il Rotonda, di sinistro a giro”.

I tre punti ottenuti contro il Portici sono stati pesantissimi, ne è assolutamente convinto il numero 6 dei biancorossi: “Ieri secondo me era la partita più importante dell’anno, portandola a casa abbiamo quasi vinto il campionato. Ci poteva stare che qualcuno potesse sentire di più la partita. Per i giovani poteva essere una partita complicata, anche perché qui al San Nicola ho visto gente di 35 anni nascondersi. Ma gli under devono stare tranquilli, ormai siamo alla fine. Sono fondamentali in questa categoria, devono semplicemente continuare a lavorare come stanno facendo”.

La testa è inevitabilmente già rivolta alla sfida di giovedì contro il Troina: “In Sicilia sarà importante, ma andiamo lì molto sereni a fare la nostra partita. Troveremo le solite difficoltà, sarà una partita complicata per via del sintetico che mi hanno detto essere praticamente come cemento. Loro poi sono una squadra che ha fisicità e 3-4 giocatori di gamba. Ho letto le dichiarazioni del loro direttore che ha detto che vorranno regalare una gioia alla città. Insomma, come al solito contro di noi tutti vogliono fare la partita della vita, poi magari quelle dopo le perdono tutte. Sono convinto che non sarà semplice nemmeno per la Turris a Palmi, anche se noi non dobbiamo minimamente pensarci”. A Troina, tuttavia, Di Cesare (che era diffidato) non ci sarà: “Per l’ammonizione presa ieri ci sono rimasto male. Era un semplicissimo fallo di gioco ed era il primo che facevo in 90 minuti. Sono dispiaciuto, perché se a Troina dovessimo festeggiare non potrò esserci. Ormai siamo abituati a questi arbitraggi, a volte sembra che lo facciano apposta ad accanirsi contro di noi. Anche per questo non vedo l’ora che finisca questo campionato, mi è sembrato un anno lunghissimo, eterno”.

Il difensore centrale dei galletti ha avuto anche un pensiero per il gruppo e per la fascia da capitano che ieri Di Cesare indossava in virtù delle assenze di Brienza e Cacioli: “Siamo un bel gruppo, l’esultanza di ieri è dovuta anche al fatto che la partita era importante ed era fondamentale vincerla. Il capitano è uno ed è Ciccio Brienza. Quando non gioca c’è Cacioli, e poi ci sono io. Per me il termine capitano a volte è un parolone, io ho avuto capitani che avevano solo la fascia. La verità è che siamo 6-7 vecchi che parlano e provano a dare consigli, ma l’unico capitano è Ciccio”.

In chiusura, uno sguardo al futuro: “La Poule scudetto? Pensiamo a vincere il campionato, poi ci sarà quest’altro impegno e cercheremo di onorarlo. Non entreremo di certo in campo per perdere o pareggiare, anche se l’obiettivo vero era quello di riportare il Bari tra i professionisti. Ormai ci siamo”.

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