Determinazione, zero alibi, un po’ di sano “fattore C”. De Laurentiis detta i tempi, obiettivo Serie B

Carico, determinato, e allo stesso tempo anche un po’ stanco. Stanco ma con zero intenzioni di mollare. È stata una bella chiacchierata quella con il presidente Luigi De Laurentiis, informale quanto basta per un rapido scambio di auguri, ma ugualmente utile a fare il punto della situazione in casa Bari. “Il pareggio con la Vibonese ci ha creato apprensione, ma è importante restare lucidi”: ha esordito con questo concetto il massimo dirigente dei biancorossi, riconoscendo quanto, al di là degli aspetti tecnici, la variabile più importante in questo momento è rappresentata dall’aspetto psicologico. Quello di mister Auteri, con cui il presidente ha “molto dialogo, che aiuta ad aumentare stima reciproca, concentrazione e voglia di vincere”, è un gruppo che ha chiaro in mente il proprio obiettivo. Perfettamente conscio del fatto che le prossime due partite, quella con l’Avellino e a seguire la trasferta di Palermo, saranno importantissime.

Poi si potrà pensare a tutto il resto. Arriverà il Natale, per cui Luigi De Laurentiis spera di poter regalare alla squadra “tanta serenità ed equilibrio mentale, utili a non perdere di vista l’obiettivo. Le vacanze – dice – dovranno essere serene e offrire un momento di pausa utile a ritrovare energie”. E arriverà il mercato, aspetto su cui, assicura, si sta già lavorando, anche se il primo pensiero resta il rush finale. Questo 2020 ha lasciato e lascerà, inevitabilmente, dei pesanti strascichi, da tutti i punti di vista. Eppure “ripartire dopo il lockdown è stato il momento più bello dell’anno. È stato duro, abbiamo visto tante squadre cadere, eppure il Bari è riuscito ad arrivare sino in finale, un bellissimo risultato”. Che, tuttavia, è stato macchiato da quella scialba prestazione contro la Reggiana che ha strozzato in gola l’urlo che tutti tenevano in serbo in quella calda serata di luglio. Pensare a un altro anno in C, racconta il n°1 dei biancorossi, fa male al cuore: “Fallire sarebbe un duro colpo. Le pressioni della città si sentono, ma ci motivano, non ci preoccupano. Siamo strasicuri del lavoro che stiamo facendo e dell’impegno che ci stiamo mettendo. Quest’anno personalmente sono ancora più presente dell’anno scorso. Noi siamo qua, ci crediamo, ci mettiamo la faccia e il nome”.

Concentrazione, determinazione, barra dritta e zero alibi: “Avellino e Palermo saranno prove molto importanti, 6 punti sarebbero fondamentali. Poi certo, il campionato è ancora lungo, ma non bisogna perdere ulteriore terreno, la squadra deve mordere l’erba. La media punti della Ternana è folle anche a livello europeo, ma io detesto gli alibi. A casa nostra gli alibi non esistono, si va dritto per dritto”. Testa bassa e lavorare dunque, anche se farlo in queste condizioni non è semplice: “È un periodo molto triste. Dalle tribune ascoltiamo spesso le urla dei tecnici, ci sentiamo veramente soli. Soli con la nostra motivazione. Ma ci sembra di sentire comunque le voci dei tifosi, sentiamo la responsabilità, e i ragazzi ci mettono l’anima”.

Ci si avvicina alla fine dell’anno, inevitabili i bilanci sul 2020 che stiamo per lasciarci alle spalle: “Qui mi trovo molto bene, mi sento a casa. Fin qui sarebbe impossibile parlare di bilancio negativo, 30 punti sono un bel bottino, ma nel nostro essere ambiziosi non ci si accontenta. Mi rode essere dietro, come rode a tutti, perché vogliamo uscire da questa categoria difficile e infame. Cosa è mancato in questa prima parte di stagione? Anche un po’ di sano “fattore C”, senza dubbio avrebbe aiutato”. E come dargli torto? D’altra parte proprio la partita contro la Vibonese, sebbene ben giocata dai galletti, è apparsa davvero stregata, con il pallone che, portato spesso e volentieri dalle parti di un fantastico Marson, si è rifiutato a tutti i costi di entrare in quella porta maledetta.

A Bari, fin qui, non si può dire che i tifosi siano stati lontani dalla squadra. Eppure non si può nemmeno fare a meno di notare come non sia ancora scattata quella scintilla, e che il fuoco della celeberrima passione dei baresi non sia ancora divampato. Per farlo, ne è sicuro il presidente, occorrono esclusivamente i risultati. Anche perché “questa città ha tante ferite dal punto di vista calcistico. Ci hanno lasciato delle macerie, e tra quelle macerie stiamo scavando per rinascere completamente. Le preoccupazioni e i mugugni sono normali, così come sono normali le reazioni da parte di chi ci mette impegno. Ma sono reazioni positive, da entrambi le parti, perché testimoniano quanto sia i tifosi che la squadra tengono al Bari”.

Il messaggio finale, ed era inevitabile che fosse così, è un messaggio di speranza. Per il 2021 che si avvicina a grandi passi, e che porterà con se, si spera, una buona dose di ritorno alla normalità: “Non appena si potrà, ci sarà una riscoperta fortissima degli eventi live, ci sarà tantissima voglia di partecipazione. Personalmente vorrei ritrovare il senso di libertà che a tutti noi manca. Mi immagino sulla riva del mare, senza mascherina, con tanti pensieri in meno. Ci vorrà tempo per sentirsi tranquilli, ma quando il mondo ripartirà l’essere umano avrà un bisogno enorme di socialità. La gente è stufa e non vede l’ora di tornare a riempire i luoghi pubblici”. Come gli stadi, ovviamente: “Vorrei tanto lanciare la campagna abbonamenti, eravamo pronti ai fuochi d’artificio. E vorrei riprendere in mano il progetto del museo a cui tengo tanto, con un percorso didattico anche per i bambini, per portare i tifosi a vivere ancor di più la storia di questa squadra”.

Ripartire. È quello che ci auguriamo tutti. Perché credeteci, anche per noi addetti ai lavori seguire una squadra di calcio in queste condizioni, nel silenzio, senza pubblico, è davvero deprimente, devastante. Dal punto di vista umano e professionale. Ci manca tutto, ci mancano i cori, i suoni e i colori dello stadio. Ci mancano le chiacchierate con i tifosi all’antistadio. Ci mancano le carovane biancorosse sulle autostrade, i caffè in quelle stazioni di servizio in cui è impossibile non fermarsi a scambiare due parole con chi segue la squadra. Arriva presto, caro 2021. Ti aspettiamo con ansia.

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