“Quanto sta accadendo è gravissimo, è un danno enorme da tutti i punti di vista. La città di Acireale era pronta a festeggiare un evento atteso da 24 anni. Stiamo lanciando un messaggio sbagliatissimo dal punto di vista sportivo e sociale. Questo non è sport. Siamo pronti a non scendere in campo”. Con queste parole il presidente dell’Acireale, Gianluca Cannavò, ha commentato a ilGalletto.TV la decisione della Prefettura di Catania che limita la vendita dei tagliandi per il settore ospiti dello Stadio Tupparello a sole 50 unità, da vendersi esclusivamente presso il Bari Point, previa presentazione del documento di identità. Il numero uno della società siciliana, fortemente contrariato dal provvedimento assunto dal Prefetto senza interpellare in alcun modo i dirigenti acesi, come da lui sottolineato, si è letteralmente sfogato nel corso della telefonata che ilGalletto.TV vi propone in versione integrale.
Cannavò (presidente Acireale): “Solo 50 biglietti ai tifosi baresi: gravissimo! Pronti a non scendere in campo”

Magari i presidenti di tutte le società fossero come Cannavò. Che significa inibire una partita per ordine pubblico? Quando in Italia ci sono ben tre corpi di polizia che possono agire a ogni evenienza negativa del pazzo di turno? E lo fanno egregiamente? Il vero motivo, per me, è la megalomania di un funzionario in cerca di notorietà.