Crocevia, turning point, snodo, chiamatela come volete. Da qualunque angolazione la si voglia guardare, Bari-Ternana di domenica sarà il primo, vero momento verità della stagione. Un passaggio decisivo. Qualcuno potrà obiettare che siamo all’alba dell’undicesima giornata, e che il campionato è ancora lunghissimo, comunque vada a finire il big-match in programma tra poco più di 48 ore. Vero. Ma è altrettanto vero che a Bari c’è una voglia matta di dimostrare e dimostrarsi che la squadra di mister Auteri, forte di due convincenti vittorie conquistate con 6 gol fatti distribuiti tra Juve Stabia e Potenza, è finalmente diventata grande. Che può finalmente assurgere al ruolo che le spetta e che il suo popolo reclama: quello di protagonista assoluta di questo campionato.
Fino ad ora, i ragazzi del mister di Floridia hanno portato a casa punti e critiche. I primi, fondamentali, per non perdere contatto dalle fere partite a mille. Le seconde, giunte a seguito di prestazioni a volte poco convincenti. Equilibrate, misurate, a tratti però anche feroci, come in occasione del derby malamente perso a Foggia. Una partita importante, attesa da tutto il popolo biancorosso, una sfida tuttavia che ha visto il Bari soccombere in modo inappellabile, quasi inspiegabile, e che ha fatto venire tanti dubbi. Perché è vero che non sempre si può vincere, è vero che non sempre si può giocar bene, ed è altrettanto vero che la giornata storta, quella in cui non ti riesce niente, può sempre capitare. Ma quando capita in un derby, cambia tutto. Cambia la percezione, cambia il peso di quella che, da sconfitta, diventa disfatta. Auteri, nella pancia dello Zaccheria, al termine di quel Foggia-Bari aveva detto che quella sconfitta sarebbe potuta essere salutare. E chissà, forse aveva ragione.
Perché contro la Juve Stabia si è visto un Bari ancora non perfetto, ma decisamente più carico. E questo aspetto è emerso ancor di più sul sintetico di Potenza, dove la squadra ha sfoderato una prestazione superba, ai limiti dell’eccellenza, dal punto di vista del gioco, dell’intensità, della famosissima “garra”. Chiunque abbia assistito alla gara di mercoledì non ha potuto fare altro che alzarsi in piedi sul divano e applaudire, perché sì, quella squadra ha incarnato alla perfezione l’essenza di quello che un gruppo che vuol vincere deve fare: corsa, equilibrio, concentrazione, rabbia agonistica, precisione sotto porta. Elementi serviti in un cocktail perfetto da interpreti che, finora, nell’immaginario collettivo erano considerati riserve. Alzi la mano chi non ha storto il muso nel conoscere la formazione con cui il Bari sarebbe sceso in campo: senza Antenucci, Di Cesare, D’Orazio, fin qui mai assenti, tenuti a riposo tutti insieme in un colpo solo. A dirla tutta mancava anche il mister, appiedato da questo stramaledettissimo virus. Eppure, le cosiddette riserve, hanno dimostrato di non essere affatto tali. Particolare non da poco.
E adesso la Ternana. Squadra forte, avversario temibilissimo. Un esercito di ex biancorossi, guidato da un comandante tosto come Cristiano Lucarelli, a cui quest’anno si è aggiunto un cecchino di nome César Falletti, giocatore assolutamente fuori categoria che, non per niente, ha già realizzato 6 reti. Le armate umbre, fin qui, sono state irresistibili: sette vittorie (di cui le ultime 6 consecutive), 3 pareggi e ben 25 gol segnati. Sì, 25. La Ternana, con 2,5 gol realizzati in media a partita, vanta fin qui il miglior attacco d’Italia. E anche con la retroguardia si scherza poco, perché alle spalle di Iannarilli il pallone ci è finito solo 5 volte. I rossoverdi, insomma, in testa alla classifica ci sono per merito e di certo non per caso, e tutto lascia pensare che non molleranno fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata. Ecco perché la partita di domenica assume un’importanza capitale. Vincere, per i ragazzi di mister Auteri, non equivarrebbe semplicemente a conquistare 3 punti. Significherebbe anche dare un segnale alla Ternana (fin qui unica imbattuta del girone C) e a tutto il campionato. Vorrebbe dire portarsi a -1 dalla vetta pur avendo una partita in meno. E il Bari, memore di quanto capitato nello scorso torneo, deve fare di tutto per cercare di mettersi il prima possibile davanti a tutti, perché essere sempre costretti a inseguire prosciuga dal punto di vista fisico e prima ancora mentale.
Un ultimo pensiero in questa anti-vigilia di Bari-Ternana corre, inevitabilmente, ai tifosi biancorossi. Chissà quanti ce ne sarebbero stati domenica, perché senza dubbio, la sfida del San Nicola sarebbe stata una di quelle che nessuno avrebbe voluto perdersi. L’astronave sarà, ancora una volta e di certo non per l’ultima volta, tristemente vuota. Eppure i tifosi, in qualche modo, saranno lì con i loro beniamini. A gridare, soffrire e cercare di spingere il pallone in rete, seppure a distanza, ognuno in piedi davanti alla propria tv. Se ne ricordino i ragazzi di mister Auteri, e vincano anche per loro.
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